Una delle attrazioni (se non la principale) della città di Lucerna, è il vecchio ponte di legno, chiamato “ponte della cappella”, che unisce la città ed il suo centro storico, tagliati in due dal fiume Reuss.
Pochi in realtà sanno che questo è il ponte in legno o con copertura in legno più antico d’europa, la sua costruzione risale tra il 1330 e il 1333, ed è lungo centosettanta metri.

Purtroppo nel 1993 un grande incendio causò quasi interamente la scomparsa del ponte originale. In un tempo record (solo otto mesi) il ponte fu ricostruito, rispettando le stesse caratteristiche originali.

Tutti i visitatori si rendono conto, attraversando il ponte, di quell’immane disastro dell’agosto 1993. Ancora oggi si notano travi, assi, sostegni nonché decorazioni e abbellimenti anneriti o addirittura carbonizzati da quell’incendio.

Questo mi fa venire alla mente la storia di un altro “Ponte”.
Un ponte che unisce l’umanità con la divinità, e come il ponte di Lucerna, anche nel “Ponte” per eccellenza si notano delle ferite: le mani e i piedi forati da chiodi, il costato trafitto da una lancia, il dorso lacerato dalle frustate, il capo coperto di spine e il Suo corpo straziato dal peccato. Ma infine ricostruito in soli tre giorni, dalla resurrezione.

Avrai capito che mi riferisco a Cristo Gesù.
Noi esseri umani eravamo separati da Dio, divisi da una fiumana di nome peccato.

L’uomo ha fatto tanti tentativi di costruire questo ponte, ma sempre fallendo. Ne sono la dimostrazione pratica tutte le religioni, che nonostante le loro differenze, insegnano che alla divinità si arriva sforzandosi a fare qualcosa che possa soddisfare “l’essere superiore” con riti, pellegrinaggi, credenze e regole di vario genere, sempre fallendo.

Ma Dio che è amore (1 Giovanni 4:8) e che ama la sua creatura, aveva pianificato fin dall’origine la costruzione di questo magnifico “Ponte”.
Per adempiere questo piano, Cristo il Figlio di Dio, doveva venire su questa terra sotto forma di uomo e ristabilire, mediante la sua morte, la relazione con Dio Padre, interrotta dal peccato secoli prima.

Accettare, ossia credere e riconoscere personalmente quello che Cristo ha fatto sulla croce, non significa seguire una religione, ma è l’unico mezzo per raggiungere Dio alla riva opposta ed entrare in contatto con il nostro creatore donandoci che ci donerà la vera pace e una nuova vita. “Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti” (Giovanni 14:27).
“Se dunque uno è in Cristo, egli è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2 Corinzi 5:17 ).


Una vita esuberante in Cristo Gesù, e ricca di vittorie!
Se stai pensando che Cristo sia stato uno dei tanti martiri che sono morti per degli ideali, allora posso dirti che ti stai sbagliando.
Egli è andato a morire sulla croce solo per amore nei tuoi confronti, vuole liberarti dal quel peso che ti opprime, da quell’ansia che ti blocca, da quella paura che ti paralizza e renderti libero nel vero senso del termine.

Incamminati su questo “Ponte”, apri il tuo cuore a Cristo Gesù, Egli è pronto a farti oltrepassare quel fiume invalicabile del peccato e farti sperimentare quello che Dio ha preparato per ciascuno di noi.

Ricorda che:
“Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

“In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12).